Montagna Grande

Il bosco di Montagna Grande.
Questo è il luogo che amo in modo paticolare, sopratutto in inverno quando con le prima piogge il sottobosco comincia a riavviare il suo ciclo di crescita. Dove è possibile passeggiare tra innumerevoli sentieri e strade sterrate che l'attraversano in lungo e largo.
La forte umidità ed il particolare microclima dovuto a Montagna Grande, permette al mondo vegetale di crescere rigoglioso anche con scarsa piovosità. Ricca di piante officinali Pantelleria è il paradiso per ogni naturalista che si metterà a passeggiare per una stradina di campagna delle contrade, o girando per i sentieri di Montagna Grande. I boschi di sempreverde si estendono per una superficie di 2000 ettari, avvolgono tutta Montagna Grande, ed il cratere spento di Gibele, e degradano sino a Cuddia Attalora da un lato, e verso Dietro Isola sul versante sud.  La particolarità di questo bosco, sta’ nella presenza di un pino marittimo, endemico dell’isola, che qui è chiamato Zappinu, dall’arabo Zap, ha un tronco corto e tortuoso ed una crescita molto lenta, purtroppo è spesso attaccato dalla processionaria che lo danneggia. Per il resto crescono pini d’Aleppo,introdotto dalla forestale, che cura la funzionalità dei sentieri e di tutte le strade che attraversano in lungo e largo Montagna Grande, e vari tipi di lecci che i panteschi chiamano “balluti”.  Tra le varietà, di flora, che si possono riconoscere nel sottobosco ci sono: il rosmarino,ed il timo selvatici, che profumano l’aria di Dietro Isola, vari tipi d’erica, dalla scopina alla grigia, in pantesco è chiamata “mpiccichina” usata per accendere il fuoco delle cucine, a legna, di un tempo, il corbezzolo, (mbriacula) i panteschi affermano che mangiarne i frutti ubriachi, il ginestrone, (ziga), o ginistra di Pantelleria. La lavanda ed il timo selvatici usati l’una per il profumo di freschezza che dà messa tra i vestiti negli armadi, l’altro in cucina per aromatizzare minestre e arrosti, il mirto (marcita), le bacche sono usate per ricavare un ottimo liquore fortemente digestivo, il lentisco da cui si ricavava un olio per friggere, nei tempi duri della guerra, il ginepro fenicio. 
 E’ salendo oltre, sulla parte più elevata di Montagna Grande, là dove le nebbie giocano un ruolo preziosissimo, che si sviluppa un ricco sottobosco costituito da un feltro di muschi e licheni, molti dei quali con entità rare e preziose dal punto di vista ecologico. Tanti i tipi di funghi che crescono nel sottobosco, i ravulionzi, lactarius delicius, ottimi arrostiti o ripieni, i funci i stincu, pratella campestre, arrostiti con un salmoriglio all’aglio sono squisiti, i vavusi,  boletus suillus, perfetti per i ragù con carne di maiale. 

Vari tipi di porcini e finferli in quantità. Non mancano, come in tutto il Mediterraneo, i fichi d’India, anche se non vengono coltivati per i frutti, il centenario carrubo, piantato sia per la bellezza dell’albero sia per i frutti, graditi anche da asini e maiali, il gelso nero, immenso ed ombreggiante, in estate si riempie di frutti succosi, da cui si prepara un ottimo gelato, qui si dice che tagliarlo porta male, ed il sempre presente fico, elegante e dai frutti abbondanti e dolci. Gruppo facebook “Il Bosco di Montagna Grande”.





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